Giovedì 2 luglio 2009, dalle ore 9.30, si terrà presso la sede dell’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione - Roma, via di San Michele 18 - la presentazione del volume "Il Sistema Informativo Geografico Territoriale della Campania. I risultati del Progetto", realizzato nell’ambito del "Programma Operativo Nazionale (P.O.N.) 2000-2006 - Sicurezza per lo Sviluppo del Mezzogiorno d’Italia" - Misura 1.3 "Tecnologie per la tutela delle risorse ambientali e culturali". Nel corso della giornata verranno presentati interventi relativi all’uso delle tecnologie per la tutela delle risorse culturali.
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COMUNICATO STAMPA
La conoscenza capillare del patrimonio storico-archeologico, monumentale e paesaggistico regionale, rappresenta il fulcro del progetto "Sistema Informativo Geografico Territoriale della Campania", concepito nel 2000 dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Campania, intrapreso e condotto sino alla fine del 2007 con la partecipazione delle tre Soprintendenze per i Beni Archeologici della Campania ( di Salerno e Avellino, di Caserta e Benevento e della Soprintendenza speciale di Napoli e Pompei), della Soprintendenza per i Beni Architettonici e il Paesaggio e per il Patrimonio Storico-Artistico ed Etno-antropologico di Salerno e Avellino, grazie anche alla consulenza scientifica del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Roma e dell’Istituto per i Beni Archeologici e Monumentali presso l’Università del Salento, nonché alla proficua collaborazione di giovani studiosi e collaboratori specializzati e formati ad hoc, a supporto del personale interno, coordinati dai funzionari tecnico-scientifici degli Istituti periferici del Ministero.
La conoscenza preventiva, dunque, ha costituito il presupposto fondamentale e al contempo l’obiettivo finale delle attività specifiche, svolte nel corso del lungo lavoro di equipe, ma contemporaneamente uno strumento di base necessario e ormai indispensabile per la corretta tutela e la sorveglianza, la conservazione e la gestione delle presenze di interesse storico-culturale e paesaggistico diffuse nel territorio, a partire dall’esecuzione razionale e controllata degli scavi archeologici, sino alle procedure di dichiarazione di interesse e di vincolo.
Ma essa si è rivelata sempre più utile nel lavoro istituzionale ordinario delle Soprintendenze, in conformità sia con le norme del Codice per i Beni Culturali e il Paesaggio, sia con le leggi nazionali e regionali di settore, anche per la programmazione condivisa con gli Enti locali e la progettazione preliminare di interventi infrastrutturali pubblici d’impatto archeologico ed ambientale sul territorio, per la pianificazione paesaggistica e urbanistica, per la realizzazione di progetti finalizzati alla valorizzazione culturale, alla fruizione turistica e allo sviluppo economico delle notevoli, ma spesso inespresse o mal gestite potenzialità culturali e ambientali della Campania, tra le regioni a più alto tasso di rischio per la sicurezza sociale e ambientale.
L’impiego delle moderne tecnologie del GIS (Geographic Information System) applicate alla catalogazione georeferenziata su base cartografica, insieme alla tradizionale ricerca archivistica, documentaria e bibliografica, e alla meticolosa ricognizione sul campo delle evidenze note e individuate, vincolate e non, ha dunque condotto, sotto l’aspetto generale e a livello regionale, alla realizzazione di carte finalizzate attraverso prototipi di schede archeologiche, paesaggistiche e di vincolo costruite ad hoc: quella archeologica con 4545 siti sinora schedati e localizzati, quella paesaggistica con 61 unità di interesse, e quella vincolistica con 748 vincoli archeologici e monumentali ubicati, oltre ai vincoli paesaggistici limitatamente alla provincia di Napoli.
Sotto un profilo particolare, invece, focalizzato su settori di territorio, il lavoro di censimento ha portato all’analisi più approfondita di fenomeni culturali e di rischio peculiari, ma di valore esemplare per analoghi contesti geografici e ambientali.
In tal modo sono stati oggetto di studio specifico sia le aree interne montane e collinari, come il Matese nel Casertano e l’Area irpina nell’Avellinese, di diversa geomorfologia, a rischio sismico o idrogeologico, poco abitate, con un’economia prevalentemente agricola o silvo-pastorale seppure in via di rapido sviluppo, ma con valichi e ampie valli fluviali attraverso cui popoli di etnie diverse poterono entrare in comunicazione per gli scambi commerciali e culturali, dai gruppi umani preistorici ai Sanniti, dai Romani ai Longobardi; sia le aree costiere e pianeggianti, come i Campi Flegrei, il Vesuviano e la Costiera Amalfitana, a rischio vulcanologico, ambientale e socio-criminoso, densamente popolate, intensamente sfruttate e di maggiore richiamo turistico, ma caratterizzate da evidenze archeologiche, monumentali e paesaggistiche di pregio unico al mondo, putroppo non sempre adeguatamente protette dall’impatto con le crescenti attività antropiche legali e abusive.
Ai risultati conoscitivi scientifici concretizzatisi in una banca dati GIS su base geografica, già cospicua ma ancora da incrementare, e in un volume di presentazione seppure preliminare, si è accompagnato nel corso del tempo l’uso ordinario dei dati per lo svolgimento delle attività di scavo archeologico, di controllo preventivo, di decretazione vincolistica, di valutazione preventiva e condivisa di progetti per l’esecuzione di opere pubbliche con procedure virtuose e vantaggiose per tutti i soggetti coinvolti, alla collaborazione con gli Enti locali per la realizzazione dei piani territoriali e paesaggistici.
Il progetto "Sistema Informativo Geografico Territoriale della Campania" ha inteso, in conclusione, essere un modello replicabile e da sviluppare, sperimentale e sperimentato, che può aspirare a tramutarsi in uno strumento efficiente, multivalente e multifunzionale nella prassi ordinaria, se integrato sapientemente con l’osservazione costante e lo studio consapevole del territorio e della sua storia culturale stratificata nel tempo.
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