The following letter from a reader has been published in the November edition of the Giornale dell'Arte. The Superintendency is formulating an official response, which I'll post when I get a copy.
IL GIORNALE DELL’ARTE, N. 292, NOVEMBRE 2009
La desolazione di Herculaneum
Ovunque abbandono, rifiuti, sporcizia, graffiti e muffa. Neanche un custode in vista
Su tutto il territorio degli scavi di Herculaneum a Ercolano non ci sono assolutamente custodi. Questa comporta che il sito non sia controllato e tutelato giorno per giorno.
Quasi tutte le antiche case sono sporche, con fango sul pavimento; l’umido e la muffa intaccano forse irreparabilmente le strutture.
Tutte le pitture parietali presenti nel sito sono state deturpate profondamente da incisioni di vandali che hanno lasciato scritte dei propri miseri nomi e delle date della loro malaugurata visita. Molte figure rappresentate hanno il bordo scalfito da profondi solchi apportati evidentemente a mano. Insomma, queste splendide pareti sono rovinate da graffi di idioti.
Molte strutture sono chiuse da decenni in inspiegabile abbandono e l’azione del tempo e inconfondibile: polvere, sporco, muffe e altro.
Ho trovato parecchie bacheche contenenti resti di travi in legno, dimenticate in vani inaccessibili e non curati, che hanno uno spessissimo strato di polvere e in forte stato di deterioramento. Che senso avrebbe conservarli in questo modo? Non è certo così che si preservano dei reperti archeologici.
Alcuni palazzi conservano addirittura le originali finestre di legno e le travi strutturali scoperte, alla mercé degli agenti atmosferici.
Tante case sono quasi completamente distrutte, scoperchiate, ed è chiaro che ciò è avvenuto di recente e non ad opera delle ceneri vulcaniche che le hanno sepolte e conservate bene. Per terra, infatti, si possono vedere i frammenti delle parete e dei soffitti crollati. Per visitare gli ambienti bisogna attraversare erbacce così alte che arrivano al ginocchio (crescono perfino sui muri).
Alcuni edifici non sono visitabili e si immagina che il motivo sia un opportuno restauro e ristrutturazione degli stessi. Ma non è così. Travi metalliche e altre strutture per impalcature si ossidano all’aria aperta e in molti punti vi sono anfore o mattoni abbandonati. Anche un occhio non troppo attento si accorge della spazzatura depositata sui vetusti pavimenti.
La galleria che conduce all’uscita è fredda, umida, lugubre e a tratti maleodorante, le pareti decorate dal calcare e dall’immancabile muffa.
Inoltre all’uscita del percorso degli scavi si osserva la spiaggia che anticamente affiancava Herculaneum. Su questa arena, un enorme pompa getta tonnellate di acque per tenerla umida, producendo tuttavia anche un bel po’ di muffa e fango.
Sono a conoscenza del fatto che nei primi anni 2000 c’è stato l’intervento di preoccupati studiosi americani che hanno avviato in collaborazione con la Soprintendenza di Pompei una buona risistemazione di diverse case. In realtà il restauro è avvenuto per pochissime strutture ed è lampante che la grandissima parte del sito è abbandonata. Lo vede un occhio inesperto, colpito da polvere, fango, muffa, ossido e atti di vandalismo sconcertanti.
Se davvero Herculaneum fornisce un complete e vivido ritratto della società e della vita quotidiana nel passato senza paragoni in nessun altro luogo del mondo, tanto da essere stato nominato nel 1997 sito Patrimonio dell’Umanità, è legittimo chiedersi il perché di questo pietroso, ingiusto e sfavorevole stato attuale.
Luigi Acone
It is funny who this tourist thought that the water pump was used to bring water on the beach sand to keep it moist, and not to remove the water lurking in from the water table ...
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