29/09/2009 BAIA (NA), ANCORA CHIUSO BUONA PARTE DEL MUSEO ARCHEOLOGICO
E’ stato il museo più bello del 2008, tanto che s’è meritato anche una medaglia; l’anno dopo, e siamo a oggi, è stato aperto solo per 9 giorni, per il resto chiuso ben bene. L’hanno visto in pochi, insomma; chi ancora non l’ha visitato è il nuovo soprintendente speciale ai Beni archeologici di Napoli e Pompei Mariarosaria Salvatore. Dalla sua ha la scusante di essere stata nominata solo dal primo settembre scorso («Ho cercato di capire la situazione napoletana e prima di tutto quella degli Scavi di Pompei. Son qui da 20 giorni», afferma).
Il museo che c’è ma che in realtà per il grande pubblico non c’è, è l’Archeologico dei Campi flegrei a Baia, a un tiro di schioppo da Pozzuoli. Il museo è stato, domenica sera su RaiTre, triste coprotagonista di Presa diretta, la trasmissione condotta da Riccardo Iacona. Al museo Domenico Iannacone ha dedicato buona parte del suo servizio (dentro c’erano anche la Reggia di Caserta, gli Scavi di Pompei e la Piscina mirabilis ). Di colpo il sipario televisivo ha scoperto vestigia di una bellezza da togliere il fiato che, purtroppo ma bene, hanno fatto da quinta all’ennesimo spreco; al vorrei ma non posso; ai progetti subito traditi dei quali la politica campana ma anche nazionale in questi anni s’è macchiata.
D’un colpo abbiamo appreso che il Museo archeologico dei Campi flegrei ha 52 sale espositive, ma oggi è aperto solo il padiglione del Rione Terra. «Apriamo un giorno alla settimana », dicono alcuni funzionari che però immediatamente s’abbottonano, memori della romanzina subita ieri, all’indomani del servizio. La struttura resta serrata perché non ci sono custodi. «Fra Castello di Baia, museo e terme siamo in 50 — affermano —. Meno di 20 quelli dedicati al museo». In quelle stanze ci sono reperti romani perfettamente restaurati e mai esposti al pubblico. Le sale sono completamente attrezzate, ma a risuonare sono solo i tacchi di un restauratore e del giornalista che filma quel che vede. «Sono mortificato», racconta quell’omino che ha da poco restituito alla sua antica bellezza una testa di epoca romana. «Ho lavorato tanto, ma per cosa?», si chiede quasi alle lacrime. Eppure Castello e Museo di soldi ne hanno ricevuti. Cominciamo col dire che le strutture rientrano nel più generale Pit «Grande attrattore culturale dei Campi flegrei» cui la giunta regionale ha disposto risorse per 231 milioni e rotti, rivenienti dai Fondi europei. Per Castello e Museo sono stati appostati 12 milioni di euro. Cifra ben maggiore, pensate, per la formazione del personale: circa 14 milioni e 200mila euro; anche per iniziative di tipo privato.
Che fine hanno fatto questi soldi? Chi hanno «formato» e per cosa? Quanti hanno trovato lavoro e quante imprese sono state create, visto che questo era uno degli obiettivi del ‘‘Grande attrattore’’? Massimo Lo Cicero, economista e oggi presidente di Scabec (la società per azioni, a capitale misto pubblico- privato: 51% Regione Campania, 49% formato da un pull di aziende specializzate nei diversi settori della filiera dei beni culturali), «vuol vederci chiaro, mi hanno raccontato della trasmissione ma voglio rispondere al servizio di Presa diretta con cognizione di causa», cioè con cifre alla mano.
La direzione del Museo è affidato alla dottoressa Paola Miniero. Lei non parla. L’unica titolata è la soprintendente Salvatore, che arriva a Napoli dalla Soprintendenza dell’Umbria e dalla direzione dell’Istituto centrale del catalogo. «Ho visto la trasmissione — afferma — e l’ho trovata provocatoria ma corretta nell’informazione. Io al momento non ho ricette, anche perché sono qui da un mese». Il punto è il personale, i custodi quindi: chi deve assumerli, la Regione, la Soprintendenza, il ministero dei Beni culturali? «La Soprintendenza — rimarca — non può assumere proprio nessuno. La presa in carico degli addetti è di competenza del ministero. Ed è vero che c’è il blocco delle assunzioni, così come c’è il blocco del turnover . Il personale è prossimo alla pensione e non si vedono sostituzioni ». Salvatore promette di rimboccarsi le maniche, del resto la sua giurisdizione è vastissima: dalla zona flegrea a Napoli, Ercolano, Oplontis, Boscoreale, Pompei e Stabiae. E ancora dalla villa di Tiberio a Capri, senza contare i musei. Appunto.
(Fonte: Il Corriere del Mezzogiorno)
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