La cultura “pensa” europeo
Ravello LAB – Colloqui internazionali, IV edizione
29-31 ottobre 2009 Villa Rufolo, Ravello (SA)
2007-2013: Cultura e sviluppo. Azioni, strumenti e progetti per le politiche europee di coesione
Programma
La cultura è un “affare” europeo, come mostra il crescente interesse delle istituzioni comunitarie per il settore culturale e delle industrie creative. Ma si avverte la necessità che la riflessione in corso a livello europeo venga ulteriormente sviluppata affinché le potenzialità della cultura possano produrre a pieno i loro effetti in termini di crescita, competitività, coesione e integrazione europea. Un dato su tutti: l’Europa detiene il 41,6% delle esportazioni mondiali dei prodotti culturali e creativi.
Ravello LAB – Colloqui internazionali, il laboratorio su cultura e sviluppo promosso da Federculture, Centro Universitario Europeo per i Beni Culturali di Ravello e Formez, che si svolgerà dal 29 al 31 ottobre prossimi, approfondisce quest’anno i temi dello sviluppo delle industrie culturali europee, delle politiche comunitarie di coesione e di quelle di vicinato per la valorizzazione del patrimonio e delle produzioni culturali del Mediterraneo. L’iniziativa che è inserita tra gli eventi
ufficiali del semestre di Presidenza svedese dell’Unione, punta ad accentuare in tal modo la sua vocazione europea. Il titolo scelto per questa edizione è, infatti, “2007-2013: Cultura e sviluppo. Azioni, strumenti e progetti per le politiche europee di coesione”, un’ampia cornice all’interno della quale i partecipanti ai Colloqui, esperti, studiosi, amministratori, manager e decisori politici italiani e europei, si confronteranno per individuare e proporre strategie e soluzioni per la crescita dei territori, in due tavoli di lavoro paralleli dedicati alle Strategie di sviluppo delle industrie culturali per la coesione territoriale e Le produzioni culturali nel Mediterraneo per una nuova politica di vicinato.
D’altro canto la rilevanza anche economica del settore culturale e creativo è ormai nota: 2,6% il loro contributo al Pil UE nel 2004. Oggi le industrie culturali dell’UE – cinema e audiovisivo, editoria, musica e artigianato artistico – sono importanti fonti di reddito e occupazione: danno lavoro ad oltre 7 milioni di persone. Anche per questo l’Unione sostiene programmi a favore di alcune industrie culturali, incoraggiandole a cogliere le opportunità offerte dal mercato unico e dalle tecnologie digitali. Tra i più rappresentativi e consolidati è proprio il “Programma Cultura” che nella sua formulazione attuale, che riguarda il periodo 2007-2013, beneficia di una dotazione di circa 400 milioni di euro e ha per oggetto tutte le attività culturali non audiovisive.
Le città europee sono di fatto oggi lo spazio nel quale si concentrano le industrie culturali e creative, ma sono anche le destinazioni dei flussi migratori. Questa doppia dimensione rende le città un laboratorio quotidiano di creatività e dialogo interculturale. A queste realtà l’Unione dedica il programma “Capitali europee della cultura” che negli anni ha dimostrato di avere un impatto decisivo sullo sviluppo a lungo termine delle città prescelte.
Ne è un esempio recente Liverpool, capitale europea della cultura nel 2008, che a partire dell’investimento UE di 1,5 milioni di euro, ha saputo attrarre ulteriori investimenti, con ricadute economiche molto più importanti nel più lungo periodo. Grazie a un lavoro preparatorio di quattro anni fino al 2008 sono affluiti, infatti, nella città investimenti pari a 11,89 milioni di euro per le iniziative culturali pubbliche. Nel corso dell’anno, 15 milioni di persone hanno partecipato agli eventi culturali, la maggior parte dei quali erano direttamente correlati al programma capitale della cultura. Il 70% delle persone a Liverpool ha visitato un museo o una galleria. 3,5 milioni di turisti sono arrivati nella città, spendendo 864 milioni di
euro durante il loro soggiorno e prenotando un milione di posti letto negli alberghi, che hanno registrato il tasso record di presenze dell’81%. Da città in declino economico Liverpool è diventata un centro commerciale e culturale vivace.
Pensare europeo non può voler dire semplicemente dare una dimensione comunitaria a progetti nazionali o a limitarsi a scambi culturali, va maturato un profondo cambiamento nelle politiche culturali che persegua uno sviluppo economico qualitativamente più elevato. Nella competizione globale, anche alla luce degli scenari aperti dalla crisi, sono sempre più necessari interventi e investimenti che promuovano l’innovazione attraverso prodotti, processi e servizi che possano fronteggiare la concorrenza internazionale, avvalendosi di ricerca e creatività. La cultura in questo contesto può svolgere un ruolo determinante in quanto fattore che dà spazio a creatività e innovazione nell’ambito di un approccio integrato verso uno sviluppo sostenibile in termini economici e sociali. Come catalizzatore della crescita economica può concorrere allo sviluppo e al risanamento urbano, nonché all’incremento dell’occupazione. La cultura, inoltre, come strumento della coesione sociale e territoriale, contribuisce a stabilire un equilibrio fra tradizione e innovazione e, consentendo il dialogo tra culture e generazioni, favorisce l’integrazione nelle società multiculturali, con particolare riferimento alle fasce giovanili.
L’altro grande tema al centro dei lavori di Ravello LAB sarà la politica di coesione europea, cuore delle iniziative volte a migliorare la competitività dell’Unione con un’attenzione particolare allo sviluppo delle sue regioni più deboli. Il programma 2007-2013 della Politica di coesione considera l’innovazione come lo strumento dominante per conseguire la crescita sostenibile, tanto che dei 347 miliardi di euro del budget totale a disposizione, oltre 86 miliardi di euro, ovvero il 25%, sono stanziati a favore dell’innovazione, e 6 miliardi di euro sono stati destinati alle infrastrutture culturali, ai servizi e alla tutela del patrimonio culturale.
Poggiando sugli esiti della passata edizione dei Colloqui, dal titolo “Economia e società della conoscenza. Le politiche culturali nel quadrante Euromediterraneo” e in linea con l’Agenda europea per la cultura, con il suo Piano di lavoro per la cultura 2008–2010, il Comitato Scientifico di Ravello ha voluto approfondire i temi della cooperazione e integrazione con la cultura nel Mediterraneo, in un’ottica di valorizzazione legata anche al saper fare locale, che coniugasse il tema centrale del
rapporto cultura-sviluppo.
L’Unione Europea persegue l’obiettivo di migliorare la competitività dello spazio mediterraneo per garantirne la crescita e assicurare l'occupazione per le nuove generazioni oltre a promuovere la coesione territoriale e la protezione dell'ambiente in una logica di sviluppo sostenibile, attraverso il Programma Med che dispone di un finanziamento di 250 milioni di euro, più del 60% dei quali attribuito alle prime due priorità centrate sul rafforzamento della capacità di innovazione e sulla salvaguardia ambientale e promozione sviluppo territoriale sostenibile. A questo si affianca il Programma ENPI (European Neighbourhood and Partnership Instrument) la cui disponibilità finanziaria per l'intero periodo di programmazione 2007-2013 è di 1.118,434 milioni di euro, destinati alla “politica estera” della Unione Europea.
Ravello LAB - Colloqui Internazionali sviluppa un percorso condiviso di riflessione, di approfondimento e di proposta, iniziato nel 2006, con i partner a livello europeo. Se nei primi due anni, la comunità di esperti di Ravello LAB ha cercato di comprendere e approfondire il quadro programmatico e politico europeo nel quale è inserita la cultura nella sua accezione più innovativa, l’edizione 2008 ha segnato una svolta. Il Comitato Scientifico ha selezionato alcune buone pratiche utili ad offrire spunti di riflessione su opportunità e criticità nella progettazione e nella realizzazione di iniziative e progetti su creatività, competitività e dialogo interculturale. Tale scelta si è basata sull’esigenza di portare concretezza nel dibattito sulle politiche dell’Unione con esperienze e casi di studio, nella logica della massima convergenza con quanto in corso di riflessione e programmazione ai vari livelli politico-istituzionale e tecnici.
L’edizione 2009 di Ravello LAB fa un ulteriore balzo in avanti. La scelta di approfondire le opportunità della Politica di Coesione definita in sede europea (strettamente collegate alle ingenti risorse finanziare rese disponibili) ha l’obiettivo di favorire “Azioni, Strumenti e Progetti” utili a rafforzare e far emergere le potenzialità del rapporto cultura/creatività e sviluppo territoriale, nella doppia accezione di sviluppo economico e sociale. In questo quadro, la ‘community’, che in questi anni si è incontrata a Ravello, intende identificare percorsi di interesse comune, a partire dallo scambio di esperienze e buone pratiche e dalla condivisione di progetti innovativi su scala europea. Con questo spirito, nell’ambito dell’edizione 2009 è stata lanciata una nuova iniziativa, Ravello LAB Research, che prevede la presenza di 15 qualificati giovani ricercatori universitari impegnati su progetti inerenti il binomio cultura e sviluppo che, con il sostegno del Dipartimento per la Gioventù della Presidenza del Consiglio dei Ministri, avranno la possibilità di partecipare ai due tavoli di lavoro di Ravello LAB. In questa edizione, inoltre, Ravello LAB vuole affiancare al confronto fra esperti e decisori politici, l’ascolto della società civile per stabilire un’utile interazione e un dialogo positivo tra i diversi livelli impegnati in un obiettivo comune. La giornata conclusiva dei Colloqui sarà, infatti, dedicata all’iniziativa internazionale “A Soul for Europe” che, in straordinaria coincidenza d’ispirazione con Ravello LAB, da anni promuove la cultura come mezzo privilegiato per favorire il reale processo di integrazione europea. Tale evento sarà il primo Forum Italia – “Un’Anima per l’Europa – A Soul for Europe”, che vede Federculture diventare di nodo italiano della rete europea di “A Soul for Europe”. Il Forum Italia di Ravello si colloca all’interno di una serie di incontri di elevato profilo istituzionale iniziata nel marzo 2007 con il Forum di Belgrado al quale sono seguite analoghe iniziative a Pécs, Skopje, Lione, Sofia, Berlino, Praga, con concreti e durevoli risultati nei rispettivi contesti.
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