Thursday 20 November 2014

In the news this week

From IlGiornale.it:

Per Pompei piano da 105 milioni Servirà o sarà un nuovo spreco?

Fondi Ue per videosorveglianza, nuove luci e più aree visitabili. Ma i custodi si oppongono a tutto: "Qui comandiamo noi"

Il professor Massimo Osanna viene dalla carriera accademica, ma da un anno è il «sindaco» della città morta più viva del mondo: Pompei. 

«Ci sono giorni - spiega Osanna al Giornale - in cui l'area archeologica degli scavi è “abitata” da oltre 20 mila turisti». Osanna - che ha la fortuna di un cognome con invocazione incorporata - non è ovviamente il «sindaco» di Pompei, ma il «Responsabile della Soprintendenza speciale per i beni archeologici di Pompei, Ercolano e Stabia» (ma tanta roba ci starà sul bigliettino da visita?): ruolo che - capirete bene - è ben più complesso di quello di un semplice primo cittadino, tipo Marino, Pisapia o addirittura De Magistris.
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From Corriere del Mezzogiorno:

Pompei e il giallo degli affreschi buttati
Grande Progetto, la Dia negli uffici


La denuncia dell’archeologo Mario Torelli. Il blitz pochi giorni dopo la relazione di Nistri

NAPOLI - Un grande archeologo che denuncia, in una intervista concessa a un prestigioso giornale di cultura, che alcuni affreschi del soffitto di una domus di Pompei sono stati buttati via per accelerare i lavori di realizzazione di un ristorante. Potrebbe essere smentito, querelato o oggetto di un’inchiesta. Ma nulla di tutto questo. Quanto detto da Mario Torelli al «Giornale dell’Arte» del novembre 2014 (numero 347), in un articolo a firma di Edek Osser, uscito qualche giorno fa e pubblicato sul sito www.ilgiornaledellarte.com, è passato totalmente sotto silenzio. Un mistero. Eppure, se vera, è una cosa gravissima. Il racconto riguarda un alto dirigente del ministero durante il suo mandato, al vertice dell’ufficio per la Valorizzazione, durato quattro anni (nomina nel 2008).  

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From IlSole24Ore:

Blitz antimafia a Pompei: hard disk sequestrati per far luce sul Grande progetto

Le piogge di novembre a Pompei non portano mai buone nuove. Quattro anni fa il crollo della Schola Armatorum fece salire il livello generale d'allerta intorno a quello che l'Unesco definisce il sito archeologico meglio conosciuto e peggio conservato del mondo occidentale. Quest'anno per fortuna niente crolli, ma arriva un blitz della Direzione investigativa antimafia di Napoli in Soprintendenza con relativa acquisizione di materiale informatico e atti per fare luce sugli appalti del Grande progetto.
Gli agenti sono arrivati negli uffici degli scavi venerdì mattina di buon'ora. L'idea dei più era che si trattasse di un controllo di routine di quelli che periodicamente avvengono sulla base del Protocollo d'intesa per la legalità sottoscritto dai ministeri di Interni e Beni culturali nel 2012. Stavolta, tuttavia, gli investigatori hanno fatto rotta sull'ufficio tecnico, facendosi consegnare gli hard disk dei computer e, in alcuni casi, ispezionando addirittura le cartelle di alcuni dipendenti. Tra gli inquirenti della Direzione distrettuale antimafia di Napoli al momento c'è grande riserbo, ma tutto lascia pensare che il blitz sia riconducibile al fascicolo aperto in Procura prima dell'estate (si veda ilsole24ore.com del 5 maggio 2014) intorno agli appalti del Grande progetto da 105 milioni cofinanziato dall'Unione europea. Da indiscrezioni si apprende che per il momento il lavoro degli inquirenti ruoterebbe intorno all'ipotesi di reato di abuso d'ufficio.

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