Monday 8 March 2010

More about Friday's strike

Press release from the SAP denying that tourists were allowed to wander freely during Friday's strike. I have to say that I am becoming increasingly suspicious about the agenda of the local press - they're not missing an opportunity to make the SAP look bad, and, as with the House of the Chaste Lovers debacle, they seem happy to exaggerate the facts ... This is all about politics, not fair reporting, and I am starting to feel a great deal of sympathy for the SAP.

In relazione a quanto apparso nella giornata di oggi su un quotidiano, si ritiene opportuno precisare che nella giornata di venerdì 5 marzo, durante le due ore di assemblea sindacale (dalle ore 8.30 alle ore 10.30) regolarmente svoltasi presso gli scavi, l’area archeologica di Pompei è stata aperta ai visitatori nelle condizioni abituali di operatività e sicurezza del sito, in quanto il numero del personale di custodia in servizio era ben superiore a quello minimo previsto per assicurare la tutela del monumento.

Infatti dei 41 custodi previsti nel turno di mattina, 31 hanno assicurato lo svolgimento del normale servizio.

Non si è pertanto verificata alcuna “dimenticanza ” da parte del personale della Soprintendenza addetto al coordinamento del servizio di tutela né alcun danno al patrimonio è stato registrato.

Per contro quotidianamente l’apertura degli scavi è il risultato di un’attenta valutazione delle condizioni di sicurezza in termini di fruibilità del sito. In tal senso si evidenzia che nella gestione dell’area archeologica, esistono degli automatismi prefissati e ampiamente valutati e sperimentati, secondo i quali, in presenza di un numero di agenti di tutela inferiore a quello ritenuto come essenziale per assicurare la salvaguardia del sito (il cui numero è frutto anche di uno specifico accordo sindacale ed è pari a 21 agenti), il coordinatore dispone per la non apertura al pubblico del monumento.

Ieri pertanto c’erano tutte le condizioni per garantire la normale apertura al pubblico del sito archeologico.

Peraltro i coordinatori del servizio di vigilanza sanno in ogni caso come gestire le situazioni di carenza del personale rispetto al numero ideale di impiego dello stesso, dovendo quotidianamente far fronte ad assenze dovute a ferie, riposi, malattie ed altro, dando di volta in volta le opportune disposizioni strategiche al personale in servizio sulle aree da assegnare ad ognuno per la tutela.

Al riguardo, si fa notare che i custodi di Pompei sono agenti di pubblica sicurezza per la tutela dei beni culturali, personale cioè di altissima professionalità opportunamente addestrato che anche in questa occasione ha dimostrato il proprio concreto attaccamento all’attività di valorizzazione e conservazione dello straordinario patrimonio che rappresenta ancor oggi Pompei.

Nelle prime due ore di visita che sono coincise con lo svolgimento della citata assemblea erano presenti nell’area circa 650 visitatori con un rapporto quindi di circa 1 addetto alla vigilanza ogni 20/22 turisti. Nonostante questo e vista l’estensione dell’area è quasi impossibile prevenire tutti i singoli comportamenti scorretti che turisti dotati di scarso spirito civico intendono mettere in campo come ad esempio salire su un muro antico o toccare un dipinto. Questi sono purtroppo fenomeni molto negativi e che vengono combattuti ogni giorno con costanza e determinazione e che si registrano indipendentemente dalle assemblee o dalla attenta vigilanza dei custodi.

Anche per questo è necessario invece insistere molto sulla sensibilizzazione e formazione delle giovani generazioni verso il rispetto del nostro patrimonio storico e archeologico. Infatti proprio questa mattina il Direttore degli scavi di Pompei, Antonio Varone, ha salutato nello splendido scenario del Teatro Piccolo, l’Odeion, i circa 350 docenti provenienti dalla Campania e dal Lazio che hanno visitato l’area archeologica, sensibilizzandoli sul ruolo essenziale che la scuola deve avere nella diffusione di una corretta cultura della tutela e della valorizzazione del patrimonio archeologico e culturale del nostro Paese e invitandoli a diventare promotori e portavoce di questi valori nell’ambito delle attività didattiche da proporre alle scuole, di ogni ordine e grado, che visiteranno nei prossimi mesi l’area archeologica di Pompei.

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