One local politician's view on what should happen at Pompeii, in
Corriere del Mezzogiorno:
Velardi: ecco cosa fare per Pompei
L'ex assessore regionale: «È venuto il momento di essere concreti. Ecco come ci si può muovere e con quali risorse»
di CLAUDIO VELARDI
Caro direttore, dunque è venuto il momento di Pompei, e ognuno dice la sua. Diego Della Valle indica agli imprenditori napoletani la strada dell’adozione: una domus a testa da ristrutturare e manutenere. Aurelio De Laurentiis sogna un parco tematico con ricostruzioni virtuali e visioni in 3D. Stefano Caldoro vuole nell’area 8 milioni di visitatori, non i 2,5 di ora. Paolo Graziano si è preso l’arduo compito di occuparsi seriamente del tema, e ne ha parlato con il Capo dello Stato. Ora bisogna concretizzare. Magari non pensando di fare tutto insieme, meglio una cosa per volta.
Magari avendo chiaro di cosa parliamo. a) Partiamo dall’oggetto del desiderio. La vecchia e cara Pompei soffre, innanzitutto dentro le mura. I 66 ettari (50 scavati) dell’area archeologica hanno bisogno, secondo l’ultima e unica mappatura esistente, di interventi per 250 milioni di euro. Soldi freschi per risanare, mettere in sicurezza e rendere fruibile la gran parte del sito. Soldi che solo in parte possono venire dagli incassi (tra i 20 e i 25 milioni all’anno), a condizione che non siano bloccati dalla burocrazia, dai sequestri o dalle inchieste in corso. Per il resto, dato che lo Stato non ha risorse e non ne avrà in futuro, nell’area archeologica non possono che intervenire i privati, con progetti filantropici. b) Il luogo comune vuole che in Italia le sponsorizzazioni in cultura non funzionino: non appartengono alla nostra storia, non ci sono vantaggi fiscali per chi investe. Non è detto: a Ercolano il modello di finanziamento realizzato dal Packard Humanities Institute ha funzionato e funziona. È realistico pensare che grandi aziende mondiali investano su Pompei, per sostenere uno dei più colossali beni dell’umanità e in cambio ricavarne immagine e prestigio. E sono in condizione di farlo anche banche aziende italiane, non limitandosi a sostenere progetti effimeri, concerti, manifestazioni o mostre. c) Ogni intervento negli scavi è di esclusiva competenza della Soprintendenza, che sceglie le priorità con gli strumenti della scienza e della conoscenza. La novità in arrivo è un decreto governativo su Pompei, che consentirà scelte rapide e procedure veloci: 60 giorni di tempo alla Soprintendenza per presentare i programmi di prevenzione, manutenzione e restauro, 30 giorni ulteriori per cercare sponsor e finanziatori privati con avviso pubblico. Naturalmente sperando in un’analoga velocizzazione delle procedure per gli appalti. d) Nel decreto si stabilisce che anche nell’area esterna agli scavi si potrà operare con minori vincoli burocratici. Qui dovrà intervenire da protagonista la Regione, creando le condizioni per sostanziosi investimenti infrastrutturali.
1 comment:
A few interesting concepts. Thanks for posting, Jo!
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