Friday, 8 April 2011

Pompei, incuria e abbandono la risposta della Soprintendenza

Teresa Cinquantaquattro, the current Superintendent of Naples and Pompei, responds to the letter about custodians published in the newspapers earlier this week:
Pompei, incuria e abbandonola risposta della Soprintendenza
La dirigente risponde alla lettera di un nostro lettore che deunciava comportamenti irregolari da parte di alcuni custodi dell'area archelogica. 'Accertamenti interni su eventuali illeciti'


di Teresa Cinquantaquattro
Soprintendente speciale Beni archeologici di Napoli e Pompei

Mi riferisco alla lettera pubblicata qualche giorno dal titolo "In quali mani è la custodia degli scavi di Pompei", a firma del signor Paolo Cotrufo. Non entro nel merito dei presunti illeciti realizzati all'interno dell'area archeologica di Pompei, sui quali saranno predisposti accertamenti interni e potranno indagare le autorità competenti, né sulla scelta di pubblicare la lettera, i cui contenuti avrebbero dovuti far sorgere qualche dubbio di opportunità.

Ma, in qualità di Soprintendente, che ha l'onere di guidare una macchina così complessa come la Soprintendenza speciale di Napoli e Pompei, che conta oltre 900 dipendenti e comprende aree archeologiche e musei tra i più importanti d'Italia, trovo particolarmente offensivo, del tutto gratuito e anche perseguibile il modo con cui il signor Cotrufo si arroga il diritto fare affermazioni del tipo "i suoi superiori sanno e dunque una percentuale delle mazzette andrà a loro. Si intravede una struttura piramidale nella quale si entra da agenti e si esce da Soprintendenti".

Se al signor Cotrufo fosse interessato veramente fare qualcosa per la moralità del paese e della pubblica amministrazione, per dare un esempio positivo e concreto di moralità alle sue figlie e non ridurre un episodio deprecabile (laddove sia verificato) a mero esercizio letterario, avrebbe dovuto rifiutare quanto illecitamente propostogli e denunciare immediatamente l'accaduto alla Soprintendenza e alle autorità competenti. Sarebbe stato, da parte sua, un adempimento ai doveri che derivano dall'essere cittadini, avrebbe potuto farsi parte attiva del processo di miglioramento della pubblica amministrazione, ma si è limitato a essere soltanto compiacente spettatore di "una profezia che si autoavvera".

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