Some of you may have spotted the recent article on the Smithsonian website discussing the graffiti of Pompeii and mentioning a few Pompeian scholars who have conducted some recent research.
Catch a glimpse of the article here.
They had a great public bulletin board at Pompeii - a place where announcements for gladiatorial combats, elections and such things, were posted -- not on perishable paper, but carved on enduring stone...
... You can find out who lived in many a house in Pompeii by the carved stone door-plates affixed to them: and in the same way you can tell who they were that occupy the tombs...
Lettera della Direttrice degli scavi di Ercolano a La Repubblica
Replica all'articolo di di Antonio Custodero del 12 luglio, pag. 23
Nell’articolo ’’Il museo fantasma di Ercolano’ di Antonio Custodero apparso oggi a pag. 23 si dà una immagine degli scavi di Ercolano (’abbandonati al degrado’) che non risponde al vero visti gli eccezionali risultati sul piano della conservazione e della valorizzazione del sito, ottenuti grazie a un innovativo contratto di sponsorizzazione che dal 2004 coinvolge il Packard Humanities Institute e la British School at Rome: si tratta di una delle più importanti collaborazioni fra enti pubblici e privati per un sito archeologico mai realizzati al mondo, l’ Herculaneum Conservation Project (HCP) che ha meritato da parte della comunità scientifica internazionale il titolo di “best practice” di conservazione archeologica. Per quanto riguarda l’edificio museale realizzato negli Scavi di Ercolano alla fine degli anni Settanta, che non è mai stato inaugurato, si tratta di storia complessa che passa attraverso difficoltà e problemi di ordine tecnico, amministrativo e legale e che la Soprintendenza sta ora risolvendo in modo definitivo compatibilmente con le sempre insufficienti risorse disponibili in bilancio e le continue esigenze di adeguamento dell’edificio richieste da una normativa in evoluzione. Frattanto, contrariamente a quanto si afferma nell’articolo, tutti i reperti provenienti dagli scavi, debitamente catalogati e scientificamente documentati, sono stati restaurati e conservati in depositi sicuri e climatizzati, mentre nel contempo si è proceduto a una valorizzazione e promozione delle opere più spettacolari e significative attraverso una politica di mostre, in Italia e all’Estero. Il museo sarà un ultimo tassello nell’ambito di una strategia globale riguardante gli scavi di Ercolano e beneficerà ancora una volta del sostegno aggiuntivo offerto dal Packard Humanities Institute che dal luglio 2009 si è impegnato a sostenere la Soprintendenza anche in questa iniziativa. Infatti, proprio grazie all’apertura della Soprintendenza a nuove forme di collaborazione mai viste prima in Italia, si può dire che il quadro complessivo del sito di Ercolano dell’ultimo decennio costituisce uno dei pochi casi veramente esemplari per la gestione dei beni archeologici in Italia (e altrove) e le prospettive per il prossimo decennio sono ancora più promettenti.
Per quanto riguarda gli altri ’appunti: le terme suburbane e il teatro, quest’ultimo lontano dai veri e propri scavi, sono edifici non aperti al pubblico a causa della mancanza di personale di vigilanza, un problema sempre più grave che affligge l’intero Ministero. I lavori per l’allestimento nel luogo di ritrovamento dei calchi in resina degli scheletri dei fuggiaschi, di cui il dr. Mario Pagano, la cui vicenda personale occupa larga parte del reportage, è Responsabile Unico del Procedimento, non sono iniziati 12 anni fa, sono attualmente in corso e si concluderanno nell’autunno del 2010.
Maria Paola Guidobaldi
Direttrice degli scavi di Ercolano